Nel life coaching, soprattutto quando affronto le situazioni più drammatiche della vita, un passaggio chiave del coachee è accettare i propri limiti.

Oserei dire: “voler bene ai propri limiti”, come fossero persone indifese e vulnerabili, che hanno bisogno di cura.

Il mental coaching è un pericoloso mezzo di manipolazione,  quando inneggia al risultato a tutti i costi, al successo individuale, alle manie di grandezza. E’ un coaching fatto da mostri, che crea altri mostri.  Trascurare la realtà, i valori della persona e gli altri, è come violare violare delle leggi , le leggi del contesto sociale  che reggono le comunità. La conseguenza, presto o tardi, è un misero fallimento .

Nei 15 anni della mia professione di mental coach ho imparato , attraverso le centinaia di coachee che ho seguito, che solo accettando le proprie debolezze si può crescere veramente. Perché, inutile negarcelo , siamo e rimarremo fondamentalmente essere precari, indifesi , vulnerabili …Ed è proprio dall’accettazione dello stato di bisogno che si fa strada la passione per qualcosa. E’ così che nascono i sogni , dalla umida e sporca di terra.

Umido > humus > humilis : senza umiltà non puoi pensare in grande

[ tratto dal libro “Te lo dò io il coaching” | di Rf.coach ]

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